destionegiorno
Eri cantata dagli dei,
idealizzata dagli umani,
anelata nei secoli
trascorsi invano ad aspettarti.
In sogno ti sei... leggi...
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Tu bimbo che corri
battendo le ali,
aspettami lì dove s’incontra
il cielo col mare.
Quando si alza il vento
e... leggi...
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Delfina Andolfi
Nun me voglie jie ‘a cuccà
no, no, nun tenghe proprie suonne.
Ccà tenghe ancore ‘a fà.
Sto ‘nguacchianne
co’ pennielle e cca’ pittura
’na tela troppa janche.
Aggià visità nu libre d’avventure
tra ‘e mummie, sarcofaghi e piramide.
Si, o’ cafè me l’aggia già fatte
e c’aggia mise duie cucchiaini ‘e zucchere perché me serve ‘o doce.
Ere pe digerì u’ spaghettielle
aglie, uoglie e cerasielle da mezzanotte.
E po’ tenghe a’ pensà!
E già, stu munne buone sta arrivanne.
Sti piccirille stanne sule giucanne senza guerre e famme.
E malatie songhe scumparse e pure e spitale.
Luise e Ciccille stanne facenne ammore.
’O Napule è capiliste.
Mammà me torne a fà a pasta ccà pummarola fresca.
A morte me chiamme sora e me dice che mi vo fà stare ancore ccà.
No, nun me pozze jie a cuccà,
apierte l’uocchie aggià tenè ppe meglie putė sunnà. | |
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